Sono le 5.10 del mattino e ti scrivo dalla veranda del mio appartamento a Zara in Croazia.
(Mio nel senso che è in affitto per questo periodo 😉)
Si sta da Dio, ci sono 20 gradi ed è freschino quindi, vedo il mare, sento i gabbiani gridare (come si chiama il loro verso?), sono grato di quello che la vita mi sta dando in questi ultimi tempi.
Mi piace portarti con me, quindi eccoti una foto della vista mentre scrivo.
Attraverso questo blog e il movimento del Flower Power, sento di avere una missione profonda: aiutare l'essere umano a ritrovare la strada di casa.
Non una casa fisica, ma quella dimensione autentica dove può finalmente stare bene con se stesso - a contatto diretto e consapevole con la natura.
Il giardino, infatti, rappresenta molto più di uno spazio verde: è l’elemento di congiunzione tra l’uomo e la natura.
In questo spazio di cura e bellezza, l'essere umano può riscoprire ritmi naturali, stagionalità, il ciclo della vita e della morte, la resilienza, la pazienza della crescita.
È un luogo dove le mani tornano a toccare la terra e lo spirito ritrova la sua origine.
L'uomo è natura!
Qui sta il paradosso della condizione umana contemporanea: l'uomo stesso è natura.
Ogni cellula del nostro corpo, ogni respiro, ogni battito del cuore seguono leggi naturali millenarie.
Eppure, nella nostra società moderna, ci siamo progressivamente allontanati da questa verità fondamentale.
Questa separazione da noi stessi - perché disconnettersi dalla natura significa disconnettersi dalla propria essenza - genera un profondo malessere esistenziale.
Quando l'uomo perde il contatto con la propria natura intrinseca, nasce una frattura interiore che si manifesta nel mondo esterno attraverso:
Violenza e distruzione
Consumismo sfrenato
Depressione e ansia
Perdita di senso e direzione
Sfruttamento dell'ambiente
Riportare l'uomo "a casa" significa aiutarlo a riconoscere che non è separato dalla natura, ma ne è parte integrante.
È un invito a rallentare, a osservare, a rispettare i cicli naturali, a coltivare (letteralmente e metaforicamente) una relazione più armoniosa con il mondo vivente.
Quando l'uomo si riconnette con la natura, si riconnette con se stesso.
E da questa riconnessione nasce la possibilità di un mondo più equilibrato, più bello, più giusto.
Per questo devi diventare membro del Flower Power e diffondere la conoscenza di questo movimento.
INSIEME POSSIAMO FARE “NU’ MACEL!!!” - in senso buono e come si direbbe a Chieti (sono abruzzese, non mi ricordo se te l’ho già detto).
INSIEME POSSIAMO FARE UN MACELLO, possiamo influenzare tante persone e iniziare a creare un giardino (reale e metaforico) migliore almeno intorno a noi.
Ma, se siamo tanti, e ognuno coltiva al meglio il suo pezzetto di mondo intorno a se, poi abbiamo un’elevata probabilità che questi si ricongiungano per creare una situazione di benessere più ampia e generalizzata.
Questa è la potenza del FLOWER POWER.
MA VENIAMO AI CAPPERI
L’altro giorno eravamo a fare un giro a Split, bellissima città della Croazia.
(Sono ancora in vacanza con Mattia e Teresa).
Spalato è una città di porto, un po’ marcia, che trasuda storia, come piacciono a me.
Gironzolando per il centro ci imbattiamo in un localino niente male e ci fermiamo per prendere qualcosa di fresco e un’acqua “dindante” per Teresa (la beve solo in occasioni eccezionali, eh).
Mi giro e vedo questo muro con delle piante sopra.
Anzi con sopra una bellissima composizione di piante, che ti indico in modo che tu la possa replicare anche sui muretti di casa tua.
Quando l’ho vista, ho pensato “WOW”...sembra concepita da un super garden designer.
In realtà, è molto naturale e zero studiata: casuale!
Troviamo il cappero che, essendo una pianta autodisseminante, è arrivato sicuramente da solo con il vento.
Così come anche l’ailanto, alberaccio infestante che, dalla Cina, sta invadendo l’Europa, sarà arrivato con il vento. Ma sai che, cresciuto appollaiato in quella posizione laterale, non mi dispiace affatto?
(Saranno dolori in seguito, quando dovrà essere levato)
L’edera, probabilmente, l’avrà messa il padrone di casa.
La cortaderia, quella graminacea dorata, non ti saprei dire. Non so se da queste parti è autoctona e infestante, quindi nata per caso e arrivata con il vento. Ma anche lei, ci sta di un gran bene.
COMPOSIZIONE DA 10 E LODE.
Il cappero è una pianta meravigliosa, me ne innamorai nel 2010 quando mi chiamarono per partecipare a una gara d’appalto con la mia azienda di giardinaggio.
Dovevano restaurare le mura di Pisa e avevano bisogno di un’azienda che, prima del ritocco edile, le ripulisse da tutte le piante di cappero nate tra le fessure degli antichi mattoni.
Fino a quel momento, conoscevo sì il cappero ma lo immaginavo solo in quelle isole fotoniche della Sicilia.
Pensavo che il cappero fosse solo roba da Pantelleria, per intenderci.
Invece, lo trovi un po’ da tutte le parti e il suo fiore è tra i più belli che ci siano.
È SPAZIALE…l’avevi mai visto?
Di conseguenza, se ti venisse in mente di coltivarlo, ma non hai a disposizione:
✅ delle mura antiche con le crepe,
✅ la fortuna di essere lambito da venti carichi dei semi giusti,
✅ degli animali che hanno preso il traghetto da Pantelleria per venire a defecare sulle pareti di casa tua (altro modo in cui vengono trasportati i semi) 😆…
Per oggi è tutto. Mi raccomando diffondi il verbo e, come sempre:
bloom your life 🏵️
Alessandro Di Fonzo – Life Gardner
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Mi sembri una persona molto seria.
Flavia Vaudano
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